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I FARI NEL MONDO
IL FARO DI OCRACOKE E IL PIRATA BARBANERA
Testo e foto del faro di Annamaria "Lilla" Mariotti
Tratto dal volume RACCONTI DI FARI E ALTRE STORIE DI MARE Ed. F.lli Frilli 2006- ristampa 2008
Al largo della costa Est degli Stati Uniti, dalla Virginia fino a raggiungere l’estremo Sud del North Carolina, si estendono gli Outer Banks o Banchi Esterni, lunghe e larghe lingue di sabbia che corrono parallele alla costa, e che sono interrotte in diversi punti da outlets o passaggi, che hanno subito modifiche nel corso del tempo a causa del movimento delle correnti dell’Oceano Atlantico e degli uragani. All’interno dei banchi si trovano i Sounds, bracci di mare lagunoso, il cui interscambio con l’Oceano avviene attraverso i vari outlets. Lungo questo terreno sabbioso si trovano alcuni dei più importanti fari del North Carolina e degli interi Stati Uniti. Da Nord a Sud dello Stato abbiamo : Currituk, Bodie Island, Hatteras, Ocracoke e Cape Lookout.
Questi banchi sono molto estesi a Nord e sono percorsi da una comoda strada. Qui si incontrano luoghi famosi come l’antico villaggio di pescatori di Kitty Hawk, a breve distanza del quale, a Kill Devil Hill, i fratelli Wright effettuarono il loro primo, storico volo nel 1903 dando inizio all’epoca dell’aviazione. Il nome originale del posto, dato dai nativi americani, era in realtà Chickahauk, che significa "goose hunting grounds" (terreno per cacciare le oche), prendendo poi, nella lingua americana, il nome che ha oggi. Più a Sud si incontra Buxton, dove la sabbia entra come un cuneo nell’Oceano Atlantico, un luogo chiamato il “Cimitero dell’Atlantico” a causa dei molti naufragi avvenuti in quella zona e qui si trova il faro di Capo Hatteras, che con i suoi 60 metri è il più alto degli Stati Uniti. Questo faro ha anche vissuto un’avventura, è stato recentemente spostato dalla sua originale posizione, verso l’interno, per salvarlo dall’erosione del mare che lo avrebbe inesorabilmente distrutto.
Dopo un breve percorso su un buffo traghetto si arriva all’isola di Ocracoke, dove si trova un villaggio dallo stesso nome che si apre su Silver Lake, uno dei più bei porti naturali che si possa trovare lungo le coste del North Carolina. L’isola è lunga circa 25 Km. ed è larga circa 2 Km. nel punto più largo e qui finisce il mondo, perché oltre l’isola i banchi continuano la loro corsa verso sud, ma diventano una stretta lingua di sabbia, senza strade, inserita tra il mare interno di laguna e l’Oceano Atlantico, per terminare a Cape Lookout, un triangolo di sabbia, su cui si trova l’omonimo faro.
Quest’isola ed il suo villaggio sarebbero rimasti per sempre sconosciuti ai più , se non ci fossero stati degli avvenimenti che l’hanno resa famosa. Per prima cosa nelle vicinanze del villaggio è stato costruito un faro, non molto imponente, ma importante per la navigazione, il più antico ancora operante nel North Carolina e anche uno dei più antichi dell’intera costa Est degli Stati Uniti. Fu costruito da Noah Porter nel 1823 con una spesa di US$ 11,359,35, è una costruzione conica, bianca, che, con i suoi 23 metri, è il faro più basso di tutta la costa e sulla sua sommità una piccola lanterna lancia una luce fissa che può essere vista solo per 14 miglia, ma la sua funzione è molto importante, serve a segnalare ai naviganti la pericolosità di quelle acque, cosparse di insidiosi banchi di sabbia in continuo movimento. Il faro è situato sul punto più alto dell'isola e nella sua lunga vita è sopravvissuto a molti uragani. Il più terribile fu quello dell' Agosto del 1899 che inondò praticamente tutti gli Outer Banks. Ocracoke fu spazzata da un vento che correva a più di 100 Km all'ora e onde altissime si abbatterono sull'abitato che subì danni enormi. Un altro terribile uragano investì Ocracoke nel 1944, portando l’acqua fino alla base del faro, e inondando anche la casa del guardiano. Gli uragani non sono insoliti su queste coste anche ai giorni nostri e la gente c'è abituata, ma quelli più terribile vengono ancora ricordati con paura.
In questa piccola isola sembra che abbia fatto il suo primo scalo la spedizione inglese organizzata da Sir Walter Raleigh e guidata da Sir. Richard Grenville che arrivò in quel luogo nel Giugno del 1585. Lì si rifornì di viveri, furono riparate le navi e la piccola flotta ripartì verso Nord, ai confini di quella che è oggi la Virginia, per raggiungere la più grande isola di Roanoke dove, nel 1587, nacque il primo insediamento inglese in America.
In questa isola esiste anche un piccolo lembo d’Inghilterra : in un piccolo cimitero sono sepolti quattro marinai inglesi, due dei quali ignoti, la cui nave era stata affondata da un sottomarino tedesco durante la seconda quella mondiale, e su tutto svetta la bandiera inglese, in effetti quel piccolo angolo di mondo è e sarà sempre territorio britannico. Nel cimitero una targa ricordo porta la seguente iscrizione : "If I should die think only this of me that there’s some forever corner of a foreign field that is forever England." (“Se io dovessi morire pensa solo questo di me che c’è un angolo eterno di un paese straniero che è per sempre Inghilterra”)
Ma noi siamo arrivati fino ad Ocracoke perché la sua storia si intreccia con la storia ed il mito dei pirati e soprattutto con quella di uno dei più famosi e dei più temuti. Lungo le coste del North Carolina nel diciottesimo secolo veleggiavano molti galeoni pirati che trovavano facile rifugio nelle varie isole e isolette e soprattutto nei bracci di mare all’interno dei banchi di sabbia. Uno dei più famosi frequentatori della nostra isola fu il pirata conosciuto come "Blackbeard" ("Barbanera"). Nato a Bristol, in Inghilterra come Edward Teach o Thatch probabilmente intorno al 1680, poco si sa della sua vita finché non apparve nelle vesti di pirata lungo le coste del Sud degli Stati Uniti e diventò presto famoso come il terrore delle coste Atlantiche e dei Caraibi durante l'epoca coloniale americana nei primi anni del 1700. Era stato allievo di uno dei più feroci pirati dell’epoca, Benjamin Hornigold, un allievo così diligente, che nel 1717 riuscì ad ottenere di poter armare una nave per conto suo, un vascello francese, il “Concorde”, catturato durante una scorreria nel Mar dei Carabi, che lui ribattezzò “Queen’s Anne Revenge” . Balckbeard continuò a correre il mare Caraibico ed al suo ritorno lungo le coste americane, all’inizio del 1718, era al comando di quattro navi e 300 uomini.
A Maggio di quell’anno il pirata bloccò per un’intera settimana il porto di Charleston, nel South Carolina, ottenendo dai cittadini spaventati provviste e denaro, ma poco dopo la sua nave ammiraglia, la Queen’s Ann Revenge, si incagliò sui banchi di Beaufort Inlet, poco più a Sud di Ocracoke, e andò perduta, insieme ad un’altra l’”Adventure” che era corsa in suo aiuto. Recenti ricerche sottomarine hanno riportato alla luce in quella zona alcuni reperti che potrebbero appartenere ad uno o ad entrambi i vascelli. Per alleggerire il carico, Blackbeard sbarcò 25 pirati su un banco di sabbia e senza tanti problemi li abbandonò al loro destino, cosa che a quei tempi era abbastanza usuale, era un modo per disfarsi di personaggi scomodi a bordo. Questi uomini furono raccolti da un altro pirata, Stede Bonnet, ma furono ben presto catturati e nessuno sfuggì alla forca.
Blackbeard era un personaggio pittoresco, oltre che pericoloso. Si era fatto crescere una lunga barba nera, da cui il suo soprannome, indossava abiti sgargianti, portava due sciabole ai fianchi e due bandoliere attraverso il petto, da cui spuntavano diverse pistole. Quando andava all’attacco di qualche sfortunata nave, usava legare dei fiocchi rossi ai capelli ed alla barba, mettendo in mezzo dei piccoli petardi ricavati dalla povere da sparo, a cui dava fuoco al momento dell’assalto. Tanto era spaventosa quella apparizione, che spesso gli equipaggi si arrendevano senza neanche combattere e Capitan Teach aveva buon gioco nel depredare le navi di ogni loro avere e nel portarsi dietro qualche personaggio altolocato per cui chiedere un adeguato riscatto. In effetti la carriere di pirata di Blackbeard, almeno per la sua parte conosciuta, è così breve, che non si conoscono di lui atti di crudeltà nei confronti dei suoi prigionieri.
A quel punto, per porre fine alla pirateria, Re Giorgio I d’Inghilterra aveva emesso un proclama che concedeva il “suo grazioso perdono” a quei pirati che si fossero arresi volontariamente prima di una certa data e che avessero fatto giuramento di non darsi più alla pirateria. Il nostro pirata si era nel frattempo diretto a Bath, allora capitale del North Carolina, dove decise di accettare il perdono e di darsi alla vita del buon cittadino benestante, insieme alla sua tredicesima moglie, una ragazzina di quattordici anni che aveva raccolto chissà dove. Blackbeard ottenne il certificato di perdono dal Governatore del North Carolina Charles Eden, del quale, si vocifera, diventò amico e per un po’ in buon Teach si comportò come un gentiluomo di campagna a riposo. Ma il richiamo del mare è forte, e anche quello dell’avventura, così, nel giro di breve tempo, le scorrerie ricominciarono. Correvano intanto delle voci che l’amicizia tra Mr. Teach ed il Governatore Eden non fosse del tutto disinteressata e che quest’ultimo traesse vantaggio dall’attività del pirata, voci che sono state in seguito smentite, ma pare comunque certo che il Governatore non fece mai nulla per fermarlo.
A quel tempo era Governatore della Virginia Alexander Spottswood, un uomo duro, determinato a porre fine alla pirateria in ogni modo possibile. Mentre la Virginia era a quel tempo una colonia inglese, in realtà il North Carolina non lo era ancora, era proprietà di alcuni ricchi piantatori inglesi che avevano i loro interessi oltremare, quindi Spottswood non aveva alcuna giurisdizione su quel territorio, ma temeva l’incompetenza del Governatore Eden ed in più gli era stato riportato che Blackbeard aveva avuto l’audacia di compiere atti di pirateria lungo le coste della Virginia e che si era attestato a Ocracoke dove aveva raggruppato i suoi uomini e dove aveva organizzato un incontro con altri vascelli pirati. La sua determinazione lo convinse che le sue azioni erano assolutamente legali e decise di intraprendere una spedizione via mare per catturare il nero pirata e porre fine una volta per tutte alle sue gesta.
Qui la storia si intreccia con il mito. Nel Novembre del 1718 il Luogotenente Robert Maynard, al comando dello sloop “Ranger” partì alla volta di Ocracoke per attaccare il pirata. Si racconta che la notte prima della lotta finale Mr Teach avesse invitato a bordo dei commercianti le cui navi si trovavano all’ancora nel porto e che abbia passato la sera prima della battaglia bevendo in allegria e che persino sia salito sul ponte indirizzando un brindisi alla nave nemica che era in vista. Comunque il giorno dopo, il 22 Novembre, la battaglia ci fu, e fu terribile. La due navi affiancate risuonavano di urla, le pistole e i moschetti sparavano, le sciabole lampeggiavano, gli uomini si combattevano in terribili corpo a corpo ed il pirata, con i suoi neri capelli al vento, una pistola in una mano ed una sciabola nell’altra, si avventava sui nemici con grida spaventose. Ad un certo punto Maynard riuscì a saltare sulla nave di Blackbeard ed i due uomini si trovarono faccia a faccia. Sia stata la fortuna o il coraggio del luogotenente, il fatto è che questi riuscì a colpire più volte il pirata e benché Blackbeard avesse ricevuto cinque colpi di pistola e più di venti ferite da spada, tutte mortali,si dice che abbia continuato a combattere selvaggiamente, finché è crollato sul ponte della nave.
Il vincitore tagliò la testa del pirata e la appese all’albero maestro, come macabro trofeo. Il corpo fu buttato fuoribordo, ma si racconta che nuotò ancora per tre volte intorno alla nave, prima di scomparire tra i flutti. La sua testa fu portata a Bath, dove rimase in vista, come monito per chi volesse percorrere la stessa strada. Ma il mito continua, un’altra leggenda racconta che la sera prima della battaglia Blackbeard, a bordo della sua nave, era venuto a sapere che il Luogotenente Maynard lo attendeva al largo per attaccarlo, ma il pirata, non volendo salpare di notte a causa dei pericolosi banchi si sabbia che circondano l’isola, si mise ad aspettare ansiosamente l’alba misurando a lunghi passi la tolda della nave ripetendo incessantemente “Oh, crow cock” (Oh, canta gallo) e che questo abbia dato origine al nome dell’isola. Una storia suggestiva, peccato che non sia vera. In realtà delle antiche mappe risalenti alle fine del 1600, e quindi molto prima che Teach facesse la sua apparizione lungo quelle coste, riportano diversi nomi di origine indiana come : Wocokon, Woccocock, tutti nomi derivanti dal nome di una piccola tribù di nativi americani, i Woccos, che si era insediata in tempi antichi in quella parte del Outer Banks
All’epoca in cui è stato costruito il faro si era ormai persa ogni traccia dell'esistenza del Pirata Barbanera, ma il suo ricordo è legato all'isola ed è ancora fortissimo ai giorni nostri. Gli abitanti di Ocracoke raccontano che nelle notti tempestose, quando solo la luce del faro taglia l'oscurità, il fantasma senza testa di Blackbeard si aggiri nei dintorni e che spesso si veda il suo vascello che naviga intorno all'isola in cerca del suo capitano.
L'isola di Ocracoke oggi. In basso a sinistra è visibile il faro
Per trovare molte altre informazioni sul pirata vedere anche il volume BLACKBEARD, LA VITA E LE AVVENTURE DEL FAMIGERATO PIRATA BARBANERA Ed. Magenes 2011
Il libro si è classificato al primo posto al Premio Letterario Internazionale "Cultura del Mare" San Felice Circeo 26 Luglio 2012
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