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IL FARO DI GIBB’S HILL

GRAN BERMUDA – ARCIPELAGO DELLE BERMUDA

Lat. : 32° 15’ Nord      Long. : 64° 50’ Ovest



 
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    L'arcipelago delle Bermuda è formato da 150 isole, di cui solo 20 sono abitate e collegate tra di loro con dei ponti. L’isola più grande è Gran Bermuda, lunga 21 Km., e qui si trova la capitale, Hamilton. L’arcipelago è situato in pieno Oceano Atlantico, nel Mar dei Sargassi, circa 920 chilometri a Est di Capo Hatteras, nella Carolina del Nord, e insieme a Portorico e la Penisola della Florida formano il famoso triangolo che prende nome proprio dall’arcipelago e su cui si raccontano storie di sparizioni di navi e di aerei. Scoperte da uno spagnolo, Juan Bermùdez nel 1503, le isole rimasero poi disabitate finché non divennero una colonia inglese nel 1684.

Queste sono le più settentrionali isole coralline dell’Atlantico e la bellissima barriera che le circonda ha sempre rappresentato un grande pericolo per la navigazione. Lungo la costa occidentale dell’isola la barriera si estende per più di 16 miglia e nei 10 anni antecedenti la costruzione del faro di Gibb’s Hill nella zona si sono verificati ben 39 naufragi, da qui la decisione di erigere un faro sul punto più alto dell’isola, a Sud Ovest della città di Hamilton. Quando è stata iniziata la costruzione in quelle isole l’acciaio non era disponibile, così il faro di Gibb’s Hill, conosciuto anche come Faro di Bermuda, è diventato uno dei più antichi fari di forma conica al mondo costruito in ghisa.

La struttura è stata terminata e illuminata per la prima volta il 1° Maggio 1846. Costruito come aiuto alla navigazione, il faro era stato innalzato vicino alla stazione di segnalazione uragani e sulla sua sommità, nel 1987, è anche stato collocato un segnalatore radar come ulteriore sistema di avviso per le navi che si fossero avvicinate troppo alla barriera corallina. Il faro è alto 35 metri ed è situato su una collina alta 74 metri, per cui la sua altezza totale raggiunge i 110 metri sul livello del mare e la sua luce ha una portata di 25 miglia, lanciando un raggio di luce della durata di due secondi ogni dieci secondi. Dopo aver salito i 185 scalini della torre da lassù si gode una splendida vista a 360° sulle bellezze dell’isola.
 

 La prima lanterna era equipaggiata con una lampada a quattro stoppini circolari, sostituita nel 1904 con un’altra lampada a cinque stoppini mentre la portata veniva incrementata con l’installazione di lenti di Fresnel. Questa lampada è rimasta in uso fino al 1923, quando è stato installato un bruciatore vapori di kerosene, che è stato ancora usato, dopo l’elettrificazione avvenuta nel 1952, quando si verificavano interruzioni di corrente, fino al 1964. lanterna ora è alimentata da un bulbo da 1000 Watt posto al centro delle lenti di Fresnel, le stesse installate nel 1904.

  1. Nei tempi antichi il movimento delle lenti veniva comandato da un macchinario ad orologeria, nel quale un peso, scendendo piano, piano, faceva girare la lente, e doveva essere ricaricato a mano ogni trenta minuti durante la notte. Il 4 Giugno 1964 è stato installato un nuovo equipaggiamento elettrico e ora tutta l’operazione avviene in modo automatico.

  1. Le imponenti e pesanti lenti di Fresnel funzionavano ancora con un antico sistema : galleggiavano su un letto di mercurio liquido che permetteva una rotazione dolce e continua, ma la zona in cui si trova l’arcipelago è spesso battuta dagli uragani ed uno in particolare, l’uragano Fabian, nel Settembre 2003, fece oscillare in tal modo la torre che il mercurio, travasando dal suo contenitore, provocò dei danni alla base delle lenti. Venne subito richiesto un intervento urgente per le opportune riparazioni e la ditta appaltatrice ritenne più opportuno sostituire il sistema a mercurio con uno formato da una specie di binario meccanico, altrettanto valido per il funzionamento del faro, ma meno pericoloso per l’integrità della struttura e anche meno tossico. Questo sistema di funzionamento a mercurio era stata una delle invenzioni del fisico francese Augustine Fresnel intorno al 1820 per poter sopportare il peso delle spesse lenti di vetro, ma si è dimostrato nel tempo antiquato e pericoloso in quanto il mercurio è tossico e poteva procurare danni fisici anche ai guardiani. Il faro è stato riaperto al pubblico un mese dopo l’uragano, ma nel frattempo era stata decisa una completa ristrutturazione così, in attesa che le lenti tornassero al loro posto, sulla lanterna erano stati installati ai quattro lati dei bulbi elettrici che mandavano lo stesso segnale della lanterna simultaneamente.

Questo faro ha un’altra particolarità : da alcuni anni la nipote dell’ultimo farista, rimasto in carica fino al 1968, ha acquistato la casa del guardiano, dove ha aperto una sala da tè, aggiungendo al fascino dell’antica struttura, il fascino di un tranquillo ristoro dopo la scalata dei 185 scalini per arrivare in cima alla torre.

 

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